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In taverna con Shakespeare

"    L’orso bianco, Il leone rampante, Il cigno, La mitria, La sirena sono alcune delle innumerevoli taverne che esponevano le insegne nella Londra del XVI e XVII secolo. Al loro interno, bevendo cherry, vino di Madera e birra, non solo uomini di fatica e donne di malaffare, ma autori di teatro che le trasformavano in sedi di «club letterari», a seconda della corrente da loro seguita. La mitria fu a lungo rifugio dei classicisti, mentre La sirena si distinse per ospitare la più moderna scuola eufuista. Talvolta le dispute si trasferivano davanti ai rispettivi locali e, invece che in punta di penna, venivano risolte col filo della spada. Tra loro un giovane autore di provincia, da poco trasferitosi a Londra, William Shakespeare. Dai «quadri» rubati a quegli ambienti nasce il più celebre principe delle taverne della letteratura, John Oldcastle, alias Falstaff.
     Dalla realtà alla finzione il banchetto diviene così, nelle opere del bardo di Stratford, occasione per consumare vendette, ordire trame, affinare strategie dinastiche e amorose, vero momento centrale dell’intreccio, scenario iniziale e conclusivo di molte vicende.
    Nel teatro elisabettiano il cibo è legato alle ricche valenze simboliche ereditate dalla tradizione medievale e a quelle scaturite dai sincretismi della cultura rinascimentale, caleidoscopio di credenze e significati allegorici."
IN TAVERNA CON SHAKESPEARE
-Amori, vendette e inganni a banchetto-


Introduzione

Falstaff, il principe delle taverne

In vino veritas

I due volti del banchetto

Il cibo magico

Il cibo simbolico

Elenco delle opere citate
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